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Fu Hao, la regina dimenticata

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Pagina pubblicata in data 30/01/2024
Aggiornata il 31/01/2024

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Le cronache delle ultime settimane ci hanno imposto, per l’ennesima volta, il tragico problema della violenza sulle donne (questo articolo è stato redatto nei giorni successivi al tragico ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin).
L’ennesimo femminicidio ha riempito le pagine dei quotidiani e i palinsesti dei telegiornali.

Fatti tragici che ci ricordano quanto ancora ci sia da fare sul fronte della violenza sulle donne. Certo, numeri nettamente inferiori rispetto a molte altre nazioni d’Europa. Ma comunque alti. Troppo alti.

Si tratta di un problema che tocca ogni ambito della nostra società, incluso il mondo delle arti marziali (ti sei mai chiesto come mai sono così poche le maestre che insegnano arti marziali rispetto al numero dei colleghi maschi?).

Per questo motivo ho scelto di anticipare la pubblicazione di un articolo che avevamo programmato per l’anno prossimo a questo numero.

Un articolo dedicato a una figura femminile che ha segnato la storia dell’antica Cina e di cui siamo venuti a conoscenza solo in tempi recenti. Figura femminile che è legata a sua volta a un’altra figura femminile che per certi aspetti è considerabile altrettanto unica ed eccezionale.

Un’ultima osservazione. In questo articolo raccontiamo di due donne eccezionali. Definite così perché hanno fatto ciò che per gli uomini è considerato qualcosa di ordinario.

Mi sono posto l’obiettivo di raccontare la storia di queste donne per un motivo semplice. Far riflettere quanto ancora oggi, si considera una donna eccezionale, per il semplice fatto che ricopre un ruolo o svolge dei compiti che per un uomo sono considerati "normali".

Quando per la nostra società, una donna non sarà eccezionale per questi motivi, ma per le sue capacità, per la sua intelligenza, per la sua sensibilità, e così via, allora avremo fatto davvero un passo in avanti riguardo la parità di genere.

È innegabile che le donne siano state spesso relegate nelle note a piè di pagina della storia, e questo vale anche per la storia cinese. Situazione esacerbata dalla convinzione confuciana che le donne siano inferiori agli uomini. Ecco perché le figure femminili degne di nota nella storia cinese sono poche.

Se si pensa a donne "famose" della storia cinese, probabilmente fra le prime che ci vengono in mente ci sono probabilmente 花木蘭 huā mùlán (resa celebre prima dal lungometraggio animato della Disney e poi dalla recente pellicola) e l’imperatrice 武則天 wǔ zétiān.

Ovviamente ci sono molte altre donne che hanno svolto un ruolo importante nella storia cinese, fra queste c’è 婦好 fù hǎo, soprannominata la "regina guerriera dimenticata della Cina".

婦好 fù hǎo è stata la moglie del re 武丁 wǔ dīng, ed ebbe un ruolo di primo piano nella storia della dinastia shāng (ca. 1600 a.C. - 1046 a.C).

Oltre a disporre della tecnologia per produrre il bronzo, a murare le città e a possedere una complessa struttura statale per governare il territorio, la dinastia shāng è famosa per aver visto fiorire durante il proprio regno quel sistema di scrittura che oggi è alla base della lingua cinese.

Nel corso del tempo sono migliaia le tombe portate alla luce appartenenti a questo periodo storico, tombe che ci hanno fornito una grande quantità di informazioni sulla dinastia shāng.

Fra i ritrovamenti più interessanti all’interno di queste tombe ci sono le così dette ossa oracolari (anche note come ossa di drago).

Le ossa oracolari erano generalmente scapole di bue o piastroni di tartaruga (il lato inferiore, piatto, dei gusci delle tartarughe), utilizzati a scopo divinatorio. L’indovino incideva (in tempi più recenti, dipingeva) simboli applicando poi un attizzatoio bollente o direttamente una fiamma sull’osso, fino a farlo spaccare. Interpretava poi la direzione delle crepe per predire il futuro.

La pratica di predire il futuro attraverso le ossa oracolari è nota come scapulomanzia (predire il futuro tramite la scapola, l’osso della spalla, di un animale), plastromanzia (usando il piastrone di tartaruga) o piromanzia (usando il fuoco).

Tutti questi metodi subirono un rapido declino quando il libro del 易經 yì jīng divenne popolare durante la successiva dinastia zhōu (1045-256 a.C). Nonostante le ossa oracolari continuarono a essere usate nelle dinastie successive a quella shāng, non conobbero mai più il successo riscontrato sotto gli shāng.

Queste ossa sono una fonte storica molto importante. I simboli incisi su queste ultime, con il passare del tempo divennero caratteri, e poi parole. Contribuendo notevolmente alla nascita della scrittura. Queste ossa sono, di fatto, le prime testimonianze scritte della civiltà cinese. Le iscrizioni ci forniscono un’immagine abbastanza precisa di alcune delle preoccupazioni e della vita della classe nobile shāng.

Le più antiche ossa oracolari oggi a nostra disposizione risalgono al regno del re 武丁 wǔ dīng. Il quale governò, secondo la storiografia tradizionale per circa 60 anni dal 1324 al 1265 a.C., anche se le testimonianze archeologiche dimostrano, invece, che sarebbe vissuto nei primi decenni del XII secolo a.C.

Dalle ossa oracolari, ad esempio, abbiamo potuto apprendere del dio 上帝 shàngdì e degli dèi della natura, e del ruolo degli antenati nella dimensione religiosa e spirituale.

Il re 武丁 wǔ dīng si rivolgeva spesso a 上帝 shàngdì attraverso i propri antenati, chiedendo loro di intercedere per lui.

武丁 wǔ dīng è il primo re della dinastia shāng di cui abbiamo prove certe della sua esistenza grazie al fatto che ne abbiamo ritrovato la tomba. Di lui sappiamo che cercò di garantirsi la fedeltà delle tribù vicine sposando una donna appartenente a ciascuna di esse (ebbe ben 64 mogli).

Una di queste 64 mogli divenne presto la sua favorita. Era chiamata: 婦好 fù hǎo.

Sappiamo che 婦好 fù hǎo divenne molto influente a corte. Era nota per il suo coraggio e la sua forza. Riuscì a ricoprire il ruolo di suprema sacerdotessa, di diplomatica e di generale in capo dell’esercito. In quest’ultimo ruolo sappiamo che ottenne grandi successi.

La società del tempo era fortemente patriarcale e fu davvero "eccezionale" per quei tempi che una donna abbia potuto raggiungere i massimi livelli della società.

La tomba di 婦好 fù hǎo è stata rinvenuta nella zona di 殷墟 yīnxū (rovine di Yin) all’interno del territorio amministrativo della moderna città di 安陽 ānyáng (nell’odierna provincia di 河南 hénán), che fu l’ultima capitale degli shāng. Una zona dove sono state rinvenute molte tombe di questa dinastia.

Quello che rende davvero unica la sua tomba, è che l’unica tomba di un membro della famiglia reale shāng a non essere stata saccheggiata.

Datata intorno al 1250 a.C., si tratta di una tomba verticale a fossa, di modeste dimensioni. La tomba è un’unica grande fossa, di 5,6 m di lunghezza per 4 m di larghezza e una profondità di 7,5 m.

Ospitava il corpo di 婦好 fù hǎo all’interno di una camera di legno di 5 m di lunghezza per 3,5 m di larghezza e 1,3 m di altezza.
La maggior parte degli utensili e degli oggetti sepolti con lei sono stati ritrovati all’interno della camera.

Sotto la camera fu ritrovata una piccola fossa che conteneva i resti di sei cani e lungo il perimetro giacevano gli scheletri di 16 persone.

All’interno della camera c’era una bara in legno laccato, probabilmente di colore nero e rosso, all’interno della quale era custodito il corpo di 婦好 fù hǎo.

Si ipotizza che sopra la tomba fosse presente una struttura volta allo svolgimento di cerimonie commemorative e/o sacrifici.

Il motivo per cui 婦好 fù hǎo è oggi conosciuta come la "regina dimenticata" è perché la sua esistenza non ci era nota fino al 1976, quando gli archeologi riportarono alla luce la sua tomba.

Il carattere è in realtà un titolo formale più o meno equivalente a "Signora". Di lei non conosciamo purtroppo il nome. Ma solo il suo cognome e, almeno per il momento, possiamo solo chiamarla "Signora Hao".

Le iscrizioni ritrovate sulle ossa oracolari citano spesso il nome di 婦好 fù hǎo al comando dell’esercito. Fu responsabile di molte campagne militari di successo contro gli Stati vicini.

Si ritiene che durante le battaglie utilizzasse una grande ascia, chiamata yuè. Arma utilizzata generalmente per le decapitazioni. Probabilmente a simboleggiare la sua autorità militare.

Anche se era una delle tante mogli di 武丁 wǔ dīng, sembra che il re nutrisse un sincero amore per lei. La accompagnava spesso in battaglia e, quando non era in grado di farlo, chiedeva costantemente attraverso le ossa oracolari agli dèi se la moglie fosse arrivata sana e salva a destinazione o se avesse avuto successo nelle sue spedizioni militari.

Sempre dalle ossa oracolari sappiamo che 婦好 fù hǎo attraversò un periodo di salute cagionevole. Il re 武丁 wǔ dīng si informava continuamente attraverso le ossa sulla salute di 婦好 fù hǎo.

Ebbero un figlio di nome 祖己 zǔjǐ, noto anche come 孝己 xiàojǐ, ma nonostante fosse il primogenito non ereditò mai il titolo di re, morì in esilio all’età di 25 anni.

Quando 婦好 fù hǎo morì, 武丁 wǔ dīng le fece costruire una tomba il cui corredo era davvero prezioso.

Nonostante lo status di 婦好 fù hǎo nella società shāng, non le fu concessa una sepoltura nel cimitero reale di 西北岡 xīběi gāng (una delle aeree di scavo di 殷墟 yīnxū), dove riposano i re dell’ultima capitale della dinastia shāng. Invece, e fortunatamente per noi, fu sepolta in un luogo dove i tombaroli non pensarono di "guardare". La sua tomba è stata scoperta a circa 200 metri a ovest delle rovine dei palazzi reali. Questo ha permesso che, a differenza delle enormi tombe del cimitero reale che sono state saccheggiate, la tomba di 婦好 fù hǎo sia rimasta intatta fino al suo scavo nel 1976.

In qualche modo i pregiudizi della società shāng nei confronti delle donne, hanno permesso di riportare alla luce la storia di 婦好 fù hǎo, e in qualche modo per una questione di equilibrio, sono state proprio le storie dei re (maschi) a essere state cancellate dalla storia.

Se l’immensa dimensione delle tombe reali incombe sulla "modesta dimensione" del luogo di riposo di 婦好 fù hǎo, la vasta ricchezza contenuta in essa la eleva notevolmente sopra tutte le tombe del complesso di 殷墟 yīnxū.

Nella tomba furono ritrovati, 468 oggetti in bronzo fra cui 130 armi, 23 campane, 27 coltelli, 4 asce, 755 oggetti di giada, 63 oggetti in pietra e 5 oggetti in avorio, 564 oggetti in osso, fra cui quasi 500 forcine e oltre 20 punte di freccia in osso, 11 oggetti in ceramica e 6.900 pezzi di conchiglia di ciprea.
Alcuni oggetti non appartengono all’arte della dinastia shāng, fra questi sono presenti specchi e coltelli con manico ad anello.

Possono suggerire che potrebbe aver acquisito questi oggetti come bottino durante le sue numerose spedizioni militari, o che forse non era di origine shāng, forse era una delle tante mogli che il re 武丁 wǔ dīng aveva sposato per pacificarsi con le tribù confinanti.

160 dei suoi bronzi erano incisi con il suo nome, mentre altri erano incisi con i suoi titoli postumi: come 女后辛 nǚhòu xīn (regina xin), 後母辛 hòumǔ xīn (madre xin), 母辛 mǔ xīn (matrigna xin).

Il titolo xīn deriva dall’usanza durante la dinastia shāng, del fatto che si credeva che ci fossero dieci soli, ognuno dei quali appariva in ordine in un ciclo di dieci giorni.

Ognuno dei dieci soli aveva un nome, che dava il nome al giorno corrispondente. Uno dei nomi dei giorni era rappresentato dal carattere xīn, e la presenza di questo titolo si riferisce probabilmente al giorno in cui venivano fatti i sacrifici allo spirito di 婦好 fù hǎo dopo la sua morte.

Perchè un numero così elevato di oggetti nella tomba di 婦好 fù hǎo?

Sempre dalle ossa oracolari sappiamo che il re 武丁 wǔ dīng pensava spesso alla moglie. Dopo la sua morte pregava spesso il suo spirito prima di una battaglia, e arrivò a celebrare dei "matrimoni fantasma" con i suoi antenati perché fosse protetta anche nell’aldilà.
Il corredo della tomba è forse la manifestazione dell’amore che il re provava per lei.

La scoperta della tomba di 婦好 fù hǎo è stata fatta da un’altra donna "eccezionale", l’archeologa 鄭振香 zhèng zhènxiāng.

Nata nel 1929 è stata la prima donna archeologa della "Nuova Cina". L’archeologia in Cina compiva i suoi primi passi quando completò i suoi studi universitari all’Università di Pechino nel 1959.

Anche se il tumulto causato dal "Grande Balzo in avanti" e dalla "Rivoluzione Culturale" minacciava di porre fine alla sua promettente carriera nell’archeologia prima ancora che si avviasse, divenne una delle maggiori esperte di archeologia della dinastia shāng e fece una delle più grandi scoperte archeologiche nella storia della Cina.

Nell’inverno del 1975, lei e il marito, anch’esso archeologo, riuscirono a convincere i quadri locali del partito a scartare i piani per spianare una collinetta fuori dal villaggio di 小屯 xiǎotún.

鄭振香 zhèng zhènxiāng aveva ragione di credere che questo potesse essere il sito di una tomba reale, un’opinione non condivisa dai suoi colleghi.

Determinata a portare a termine il suo progetto, reclutò una squadra di operai muniti di pale 洛陽 luòyáng per sondare il terreno alla ricerca di muri di terra battuta, e la mattina del 16 maggio 1976, settimane di duro lavoro furono ripagate.

Un campione di terreno estratto da una profondità di 8 metri non conteneva solo uno strato di lacca rossa umida, ma anche un bellissimo ciondolo di giada, confermando i sospetti di 鄭振香 zhèng zhènxiāng che sotto i loro piedi c’era una tomba.

I lavori di scavo portarono la tomba a riempirsi di acqua. La squadra di 鄭振香 zhèng zhènxiāng si affrettò a recuperare le migliaia di bronzi rituali, manufatti di giada e gli altri corredi funerari dalla fossa, usando secchi e corde per accelerarne la rimozione.

Una volta che fu possibile studiare il corredo funerario, fu subito chiaro che avevano trovato la tomba di 婦好 fù hǎo. Il nome era inciso su molti dei vasi rituali di bronzo ritrovati nella tomba. Gli scheletri dei 16 esseri umani e dei 6 cani erano il macabro promemoria del fatto che il sacrificio umano era ancora una pratica comune al momento della morte di 婦好 fù hǎo.

Grazie a 鄭振香 zhèng zhènxiāng, gli archeologi hanno acquisito una preziosa visione della Cina dell’epoca shāng e della vita di una straordinaria donna.

Bibliografia

1) Robert Bagley, “Shang Archaeology”, in Cambridge History of Ancient China: From the Origins of Civilization to 221 B.C., a cura di Michael Loewe e Edward Shaughnessy (Cambridge: Cambridge University Press, 1999)

2) Childs-Johnson, Elizabeth (2003). “Fu Zi: The Shang Woman Warrior”. The Fourth International Conference on Chinese Paleography [ICCP] Proceedings. Hong Kong: Chinese University of Hong Kong. pp. 619–651.

3) "The First Lady of Chinese Archaeology". Trowel Blazers. Retrieved 18 October 2015

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Francesco Russo

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BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica ed insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita ad una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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